Lo storytelling, nell’ambito della comunicazione aziendale, rappresenta una metodologia utilizzata nel marketing da moltissimi anni, già prima che il termine stesso venisse coniato.
Ma, pur a fronte di questo dato, ancora oggi le aziende faticano ad applicare lo storytelling in modo corretto e mirato in rapporto a una campagna di branding o advertising. Vediamo quindi di fare chiarezza, fornendo anche qualche consiglio utile.
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Definizione di storytelling
Anche solo la definizione di storytelling ha destato, nei decenni, parecchie discussioni tra aziende e comunicatori, arrivando spesso a formule lontane dalla realtà.
Stando ai manuali lo storytelling viene definito come “l'arte del raccontare storie, una tecnica impiegata come strategia di comunicazione persuasiva, specialmente in ambito politico, economico e aziendale”.
Tutto corretto anche se quella appena indicata costituisce una dicitura che non si distingue né per sintesi nè per incisività.
Con maggiore fantasia lo scrittore Alessandro Barricco ha delineato i confini dello storytelling in modo sicuramente più originale: “Prendete la realtà, sfilate via i fatti, tutto ciò che resta è storytelling”.
Se vogliamo arrivare al punto, nel contesto della comunicazione aziendale, potremmo dire che storytelling non significa (come molti pensano) “raccontare storie”, bensì “comunicare attraverso le storie”. Ricordiamocelo bene!
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Le storie al tempo dei social
Oggi, raccontare storie - con valenza di promozione aziendale o di prodotto - significa avere a disposizione moltissimi canali: dai siti, alle app, fino alla vasta carrellata di social network.
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Su tutte queste piattaforme è possibile fare storytelling pur con presupposti molto diversi.
Ci sono infatti strumenti, come le newsletter, che permettono la trasmissione di un contenuto “lento” e articolato, ma anche i reel, in cui le storie devono iniziare, svilupparsi e concludersi nell’arco di pochi secondi. Il tutto senza dimenticare, ovviamente, il brand.
Questi diversi parametri, in particolare velocità e lentezza, devono essere valutati e articolati all’interno di un’unica strategia in cui lo storytelling va progettato in maniera armoniosa.
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Alcuni casi di successo
Andando indietro nel tempo si possono trovare tantissimi casi di successo, noti al grande pubblico.
- Pubblicità dei diavoli di Nike
Torniamo agli anni ’90 con questo famosissimo spot di Nike che ha avuto molto successo anche al di fuori degli appassionati di calcio.
Lo storytelling, in questo caso, agisce su più livelli, creando da subito una netta distinzione tra buoni e cattivi. Il risultato è una storia accattivante (realizzata sicuramente con un budget elevatissimo) in cui il prodotto (scarpe da calcio) e il brand si rendono visibili solo alla fine.
- Spot Bistefani
Gli spot Bistefani dedicati al Natale sono stati contraddistinti, per ben 12 anni, da due elementi essenziali, pur all’interno di plot differenti. Questi due elementi sono rappresentati dai personaggi e dalla frase “Chi sono io, Babbo Natale?”
Questo ci insegna che trovare il giusto claim è importantissimo se vogliamo creare più storie in un determinato periodo di tempo.
L’importante è ricordare la distinzione tra pay-off aziendale (ad esempio “Galbani vuol dire fiducia” oppure “Locatelli fa le cose per bene”) dal claim delle storie.
Celebri esempi di quest’ultimo tipo sono: “Cosa vuoi di più dalla vita?” (Amaro Lucano), “10 morsi, 10” (Cucciolone), “Tu gust is megl che uan” (Maxicono Motta).
I 10 consigli utili per lo sviluppo di un storytelling efficace
Terminiamo questo articolo con 10 consigli pratici per un’azienda che vuole scrivere una o più storie, mettendo a punto uno storytelling efficace.
- Lo storytelling non dovrebbe mai iniziare con la formula “c’era una volta”, ma sempre in medias res
- Prima di scrivere una storia occorre sempre avere chiaro qual è l’obiettivo a cui puntiamo
- Le storie hanno sempre un luogo e un tempo definito
- Non c’è sempre bisogno di un nemico, ma almeno di un antagonista
- L’originalità è imprescindibile
- Generazioni diverse presuppongono linguaggi diversi. Occorre quindi trovare gli stili adeguati al pubblico in target.
- Evitare aggettivi autocelebratavi o formule abusate come “siamo orgogliosi”, “è fantastico”, ecc.
- Sì all’aneddoto, no all’aneddotica esasperata
- Lo storytelling è iper-narrazione: se anche un concetto è stato veicolato in passato, è possibile che il nostro interlocutore non lo abbia immagazzinato, per cui possiamo riformularlo in modo diverso.
- (la più importante) Il prodotto non è mai il protagonista ma costituisce l’elemento magico della storia.