Pensiamo a un caso abbastanza frequente: hai appena pubblicato il tuo nuovo sito aziendale, dove il logo appare alla perfezione, hai scelto ottime immagini, le pagine sono ricche di testi.
Il passo successivo è andare su Google e digitare le keyword specifiche per il tuo settore.
Le note meno liete arrivano quando riscontri che non sei presente nella prima pagina dei risultati, né nella seconda, né nella terza.
La domanda che sorge perentoria è: "Perché il mio sito non compare?"
Ecco i principali punti critici da considerare:
- Google non ha ancora indicizzato il tuo sito
- Non hai link in entrata
- Le tue parole chiave sono altamente competitive
- I tuoi contenuti sono scadenti
- Il tuo sito non è stato ottimizzato
Questi sono solo alcuni, per quanto estremamente rilevanti, dei tanti motivi per cui Google potrebbe classificare in basso il tuo sito.
Vediamo di affrontare con spirito critico i singoli problemi, provando a trovare le soluzioni più efficaci.
Come velocizzare l'indicizzazione da parte di Google
Google indicizza automaticamente le pagine di tutti i siti presenti in rete, ma ciò può richiedere molto tempo. Ci sono tecniche per accelerare questo processo, pur sussistendo regole rigide per l'indicizzazione che non potrà mai essere immediata.
Sicuramente uno strumento utile da utilizzare, attraverso la tua web agency, è Google Search Console (precedentemente conosciuto come "Strumenti per i Webmaster").
Puoi anche aggiungere il tuo sito a Google My Business. In ogni caso assicurati che le informazioni che inserisci siano accurate e complete di ogni singolo dettaglio.
Leggi anche: "Posizionare siti web: quanto conta la SEO nelle strategie di marketing"
Mancanza di link in entrata
Se il tuo sito è nuovo e non si tratta di un restyling di un sito già esistente, occorre aumentare il numero di link in entrata.
I link in entrata, nella fattispecie, consistono in collegamenti da un altro sito al tuo, sono importanti perché mostrano a Google che sei autorevole in merito a un determinato argomento.
Sicuramente non è un processo semplice.
A volte, cercando inopportune scorciatoie, si corre il rischio di cadere nello spam, ottenendo l'effetto contrario, vale a dire rischiare di essere penalizzati o bannati da Google.
Il modo migliore per farlo è rendere pertinenti i contenuti del tuo sito aziendale (informazioni che gli utenti leggono in quanto utili) e promuovere i relativi post sul tuo blog.
Certo occorre pazienza perché questa operazione richiede tempo oltre a un certo sforzo in termini di investimenti in produzione di contenuti di qualità.
Ciò che potrai ottenere, però, sono più backlink efficaci e un grosso passo avanti in chiave SEO.
Parole chiave altamente competitive
Supponiamo che la tua azienda sia specializzata nella produzione di abbigliamento invernale, commercializzando piumini e altri capispalla.
È necessario che le tue parole chiave siano il più possibile specifiche, nella consapevolezza che il mercato è quanto mai competitivo.
Risulta estremamente complicato superare i big player già presenti con parole chiave generiche quali "abbigliamento invernale" o "abbigliamento outdoor".
Ci sono comunque metodi per risultare efficaci.
Secondo le ultime ricerche i termini di ricerca estremamente generici rappresentano solo il 30% delle ricerche totali. Il restante 70% sono relative alle c.d. long tail keyword (parole chiave a coda lunga).
Nel nostro caso una di queste può essere: "piumino per il freddo".
Concentrarsi sulle parole chiave a coda lunga ti permette di competere anche con i colossi della rete, mirando a un bacino estremamente ampio, pari al 70% del totale.
Un ulteriore suggerimento: dai un'occhiata ai tuoi concorrenti e vedi con quali parole chiave sono indicizzati, con relativo punteggio, attraverso gli idonei strumenti disponibili sul mercato.
Leggi anche: "Migliorare posizionamento Google: il ruolo della SEO per l'Azienda"
Contenuti scadenti
Nel caso sia così, bisogna avere il coraggio di ammetterlo.
Considerando le keyword di riferimento, Google penalizza i siti i cui contenuti non risultano pertinenti per gli utenti.
Come fare?
Occorre scrivere o riscrivere i contenuti mettendosi nei panni del proprio target, pensando di aiutare gli utenti (e potenziali clienti) a chiarire ogni dubbio in merito ai prodotti o servizi che proponi.
Consiglio: utilizza prevalentemente un blog, non parlando solo dei tuoi prodotti, ma di problemi e soluzioni che il tuo pubblico periodicamente riscontra, pensando all'intero buyer's journey, non solo alla parte finale dedicata all'acquisto vero e proprio.
Non deve trattarsi di un'attività saltuaria, ma da effettuare con assoluta regolarità.
A Google interessa registrare che il tuo sito produce costantemente nuovi contenuti di qualità. Questo, a sua volta, fornisce più collegamenti in entrata e traffico che aiuta la SEO e, in definitiva, il tuo business.
Leggi anche: "Come aumentare le vendite online: contenuti e SEO per ecommerce"
Ottimizzazione del sito
Si arriva quindi alla parte di programmazione e di inserimento di tutti quegli accorgimenti, in particolari i tag, per ottimizzare le pagine, ma non solo.
Anche la velocità di caricamento, per fare un altro esempio concreto, è estremamente importante.
Più il sito è veloce a caricarsi, più i visitatori lo possono consultare comodamente, senza avvertire la necessità di andare altrove.
Questo presuppone l'ottimizzazione delle immagini e altri parametri come sfruttare la memorizzazione attraverso la cache del browser e minimizzare CSS e Javascript.
Anche in questo caso ci sono strumenti digitali in grado di controllare e giudicare la velocità di caricamento del tuo sito.
Un altro parametro da analizzare è la frequenza di rimbalzo. Il "rimbalzo" consiste nella sessione di una sola pagina.
Se gli utenti accedono al tuo sito e se ne vanno immediatamente, è un forte segnale che qualcosa non funziona.
Controlla questo dato e, a seconda della pagina che riscontra dati allarmanti, provvedi per ristrutturarla, anticipando le problematiche degli utenti.
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