Tiktokizzazione di Instagram? Un processo che pare inarrestabile

Francesco Farinelli - 22 febbraio 2023

Tiktokizzazione

 

Instagram è nato più di dieci anni fa con l’intento di applicare filtri fotografici alle immagini. Nel corso degli anni ha subito numerosi cambiamenti rincorrendo spesso ad alcune funzionalità presenti su altri social network.  

Nel 2012, quando permetteva agli utenti di aggiungere la propria posizione ai contenuti pubblicati - allineandosi così a Foursquare, parecchio in voga in quegli anni - e ancora di più nel 2016, quando ha introdotto le stories facendo concorrenza al rivale Snapchat.  

Nel 2020 arrivarono i Reel e avvenne un vero cambio di rotta in quella che fino ad allora era stata una piattaforma di condivisione foto.  

 

 

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Si trattava di video molto brevi (all’inizio erano di 15 secondi) che ripercorreva un meccanismo già ampiamente usato su TikTok. Non è difficile dedurre che Mosseri, il CEO di Instagram, e gli altri responsabili di Meta temessero la forte concorrenza del social cinese e la conseguente perdita di iscritti soprattutto tra la Generazione Z. 

 

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Le novità di Instagram

 

Arriviamo ai giorni nostri. Nel corso del 2022 Mosseri ha più volte comunicato l’esigenza di cambiare il modo di comunicare su Instagram, annunciando la sua evoluzione in un luogo virtuale in cui pubblicare video, mandare messaggi, fare shopping.  

 

Da lì si è iniziato a parlare di una vera e propria “tiktokizzazione di Instagram”. Questo ha mandato in confusione la community, in particolare gli influencer e i content creator che fino a quel momento avevano guadagnato lavorando sulla piattaforma in una determinata direzione. 

 

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Il nuovo algoritmo di Instagram

 

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Un altro segnale di forte cambiamento deriva dal nuovo algoritmo di Instagram e dal conseguente rimescolamento del feed. Infatti, nel tentativo di rincorrere TikTok, Instagram sta spingendo molti contenuti provenienti da account sconosciuti agli utenti e, spesso, non mostra quelli pubblicati da account seguiti. Sembra che Mosseri e il suo team stiano demolendo l’app per ricostruirla a immagine e somiglianza di quello che le persone cercano online.  

 

Alla luce di queste considerazioni e del fatto che viviamo in un mondo continuamente in movimento, cosa deve fare un brand per rimanere impresso nella mente dei consumatori? Non c’è una risposta univoca, ma un buon approccio consiste nell’interrogarsi sulla creatività e sui formati in cui declinarla.  

 

Il presente è verticale e breve, le persone hanno poco tempo, la loro attenzione deve essere catturata mentre aspettano l’autobus, bastano perciò i primi tre secondi e il gioco è fatto. Ma come si traduce tutto questo? Stiamo parlando degli short form video, declinabili nelle stories e nei Reel su Instagram, nei contenuti per TikTok e Youtube. 

 

 

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La chiave del successo social

 

La chiave è essere costanti e dare una continuità alla propria comunicazione. Solo in questo modo si crea una narrazione che rende la comunicazione del brand immediatamente riconoscibile. L’errore che spesso si fa è quello di pensare che il target di riferimento non possa essere presente su una piattaforma, solo perché è stata battezzata come la piattaforma di riferimento per la Generazione Z (vedi TikTok). Ma non è così. Se un video è divertente e funziona, arriverà anche a un pubblico più ampio, che non pensavamo potesse essere interessato a quel prodotto o a quel brand.  

 

Concludendo, lo storytelling sta cambiando forma, i testi sono sempre più brevi e i video sono fatti di pochi frame che catturano l’attenzione in pochissimi secondi, ma ciò che fa la differenza è la capacità di creare empatia con chi ci legge e di raccontare le storie che si nascondono dietro i prodotti.   

 

 

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Francesco Farinelli

Scritto da Francesco Farinelli

Esperto di Content & Social Media Management, mi occupo da sempre di comunicazione con un forte focus sul mondo dei contenuti digitali. Tra studi classici ed esperienze in Usa e Francia, ho lavorato a progetti dedicati al mondo del web in Italia e all’estero, maturando un’esperienza specifica per la creazione strategica di contenuti per il digital e i social, con una smaccata preferenza l’ambiente LinkedIn. Credo nell’importanza del giusto mix fra parole e immagini, ma soprattutto nella gestione organizzata e strategica dei social media, strumento di business oramai fondamentale per aziende, privati ed enti che vogliano stabilire una relazione vincente con il proprio pubblico.

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