I primi posti su Google passano dal Mobile First Indexing: è bene saperne di più

Antonio Leone - 3 novembre 2020

Mobile First Indexing

 

Ormai non è più una novità, ma è bene sottolineare un punto fondamentale per ogni azienda presente sul web. 

Dopo alcuni anni di sperimentazioni, l’indicizzazione Mobile First Indexing, da parte di Google, è una realtà consolidata e di cui tutti dobbiamo tener conto se vogliamo raggiungere risultati significativi all'interno del motore di ricerca più usato al mondo.

 

 

La rivoluzione di Google in relazione al Mobile

 

Facciamo un salto all'indietro: prima del Mobile First Indexing l'algoritmo di valutazione di Google analizzava in primis la versione desktop dei contenuti di una pagina per un'analisi della pertinenza rispetto alle ricerche effettuate dagli utenti, e poi (eventualmente) la versione mobile dello stesso sito.

Dal 2019 invece, l’algoritmo di Google ha iniziato a valutare in primis la versione mobile di un sito per definirne il posizionamento all’interno delle proprie SERP.

 

 

Leggi anche: "I fattori SEO che determinano un buon posizionamento Google"

 

 

Perché Google ha cambiato i propri parametri di indicizzazione

 

Una rivoluzione che è partita non tanto da una spinta propulsiva interna al colosso del web, quanto dall'analisi dei comportamenti degli utenti. Basta infatti tenere presente che nel corso dell'ultimo biennio le ricerche da smartphone a livello globale sono salite al 58% (in Italia addirittura superano il 62%), surclassando effettuate da desktop.

Se Google non operasse in questo modo, il rischio sarebbe quello di dare preminenza a siti con UX scadenti per gli utenti che, di conseguenza, migrerebbero su altri motori concorrenti.

 

Mobile First Indexing

 

 

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Gli effetti pratici dei cambiamenti di Google

 

Secondo i primi riscontri questo cambiamento nell’algoritmo avrebbe già prodotto una netta variazione in termini di posizionamento: se un sito non è adeguatamente ottimizzato per l’utilizzo mobile, infatti, è ipotizzabile un calo di posizionamento riferibile alle ricerche derivanti da questi dispositivi.

Ecco perché si parla di una vera e propria rivoluzione web (tutt'ora in atto), in grado di sconvolgere le classifiche e, in un futuro non troppo lontano, di determinare l’obsolescenza e la rovina dei siti con una fruibilità non adeguata per gli smartphone.

 

 

Mobile First Indexing

 

 

Cosa devono fare le aziende per adeguarsi ai cambiamenti

 

Un consiglio che rivolgiamo a tutte le imprese: per ottenere posizionamenti soddisfacenti e fornire al contempo la migliore User Experience possibile a chi naviga sui siti aziendali, è necessario affiancare a quella desktop, una versione del sito appositamente concepita per l’utilizzo mobile, oltre ad avviare l'ottimizzazione in chiave SEO.

Ricordiamo, inoltre, che Google non sta implementando due indici di ricerca separati per desktop e mobile, come si vociferava tempo addietro, ma sta semplicemente cambiando il suo oggetto di valutazione complessiva sui siti.

In conclusione, per cavalcare ogni tipo di business in rete occorre farsi trovare preparati e implementare, all’interno delle proprie strategie di web marketing, le nuove direttive che giungono da Mountain View.

Utilizzando questo approccio l’aggiornamento dell’algoritmo non va considerato come un elemento penalizzante quanto piuttosto una nuova opportunità di crescita poiché, quando si precedono i competitor nell’applicare le soluzioni più innovative, i risultati sono sempre premianti.

 

 

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Antonio Leone

Scritto da Antonio Leone

Laureato magistrale in comunicazione pubblicitaria, grazie al mio percorso ho sviluppato una conoscenza allargata a molteplici aspetti del Marketing, specializzandomi nella SEA e nel Digital Advertising. SEA e SEM sono ormai il mio pane quotidiano.

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