Partiamo da un presupposto mai scontato: per progettare strategie e linguaggi di comunicazione efficaci bisogna capire e intercettare l’utente che ne usufruirà.
Le abitudini, i valori, i linguaggi del nostro utente devono essere la bibbia dalla quale trarre le linee guida della nostra progettualità.
Come applicare questi principi nel contesto del B2B?
La risposta è facile: anche gli utenti B2B sono e restano persone che amano riscontrare anche nel mondo del lavoro gli stessi valori, abitudini e principi che caratterizzano la loro vita privata.
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Strategie vincenti verso la GenZ nel contesto del B2B
Ecco perché, anche nel B2B, è fondamentale iniziare a pensare e progettare anche per gli utenti che stanno avviando oggi la loro carriera nel mondo del lavoro. Sono quei soggetti, ricchi di entusiasmo, che iniziano (o inizieranno a breve) a essere promotori di scelte, spese e strategie per conto delle rispettive aziende.
Parliamo quindi della GenZ, ossia utenti nati approssimativamente dalla fine degli anni ’90 all’inizio degli anni 2010.
I punti cardine per la GenZ
Da uno studio condotto negli ultimi anni dall’Osservatorio GenZ osserviamo come, per quanto riguarda la UX l’esperienza utente, la GenZ prediliga la semplicità, ovvero pochi ma chiari elementi, qualcosa nei quali si possano riconoscere e sentirsi a loro agio durante l’utilizzo di un ambiente digitale.
E ancora, lato Tone of Voice e Purpose di brand, osserviamo come le ragazze e i ragazzi della GenZ prediligano l’autoironia, intesa come non prendersi troppo sul serio, risultando positivamente sensibili verso i brand che abbracciano progetti e storytelling legati alla Sostenibilità e all’Impatto sociale di una marca o di un prodotto.
Collaborazione è un altro degli elementi fondamentali della loro Perception, intesa non solo come collaborazione tra brand, aziende e marchi, ma come vero e proprio collante sociale in grado di spostare il narrato sul piano umano, quotidiano, fedele alla realtà.
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Obiettivo: strategie crossmediatiche
Parlando quindi con utenti nati e abituati a utilizzare un numero elevato di piattaforme in modo cross-mediale, possiamo affermare che le strategie e gli impianti che andremo a sviluppare non devono più partire dal mezzo, ma dalla narrazione da applicare in modo trasversale e duraturo su tutte le piattaforme: dal sito di brand ai social, dagli adv alle campagne.
Una precisazione doverosa lato social è la seguente: il messaggio va plasmato tenendo conto delle community e sub-community presenti su quella piattaforma, aventi linguaggi, aspettative e valori ancora più frammentati e specifici.
In sintesi possiamo affermare che per iniziare a sviluppare piani strategici e strutture pensate per fare colpo sui decision maker di oggi (nel B2C) e di domani (nel B2B), dobbiamo seguire e tenere sempre a mente i valori specifici e le aspettative di utilizzo di questi ultimi.
In breve: essere sinceri e trasparenti, sentirsi parte di una community/family, basandosi su semplicità e coerenza (poco e fatto bene è molto meglio che tanto e tutto generico), sensibilità a valori sociali, ambientali e umani.