Esistono strumenti di marketing riconducibili senza ombra di dubbio all’inbound e altri chiaramente outbound, ma quando si prende in esame l’email marketing tutto si fa più ambiguo.
Alla domanda “l’email marketing è inbound o outbound?” le risposte degli esperti vanno in ogni direzione.
C’è chi afferma che l’invio di un’email sia sempre outbound, perché l’utente che la riceve deve interrompere ciò che fa per leggerla.
Di parere opposto chi dice che un’email inviata a un pubblico interessato a riceverla è assolutamente una strategia inbound.
A metà tra le due posizioni c’è chi pensa che l’email marketing possa essere sia inbound sia outbound.
Analizziamo entrambe le strategie di marketing e i relativi invii di posta elettronica per capirne le differenze.
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L'email marketing inbound interviene nel funnel appena l’utente lascia il proprio indirizzo di posta elettronica, quindi diventa lead.
Una volta conquistata l’attenzione dell’utente in target, ovvero la buyer persona, l'inbound marketing invia messaggi per aumentare la possibilità che completi il percorso d’acquisto.
Per ottenere un buon numero di contatti a cui inviare email con l’inbound marketing serve tempo, indicativamente da alcuni mesi fino ad anni, ma il loro coinvolgimento è molto alto.
Dal punto di vista delle spese è importante sapere che l’inbound marketing costa il 62% in meno rispetto all’outbound. I motivi di questo risparmio sono dovuti a due fattori:
Il risparmio si concretizza proprio perché l’inbound risulta più efficace e costante nel tempo.
L’email marketing outbound consiste nell’invio di messaggi di posta elettronica a un pubblico ampio che non ha manifestato un preciso interesse per un brand o per contenuti inerenti all’attività di un’azienda.
L’inbound marketing va a cercare potenziali clienti attraverso azioni che interrompono ciò che l’audience sta facendo. Un esempio classico è lo spot televisivo che blocca per qualche minuto la visione di un programma e si rivolge a un vasto gruppo di persone.
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Analogamente, l’email marketing outbound non chiede il consenso ai destinatari, ma effettua un invio massivo di messaggi sperando che qualcuno risponda positivamente.
Si potrebbe dire che l’inbound è più preciso ma più lento, mentre l'outbound è più veloce ma meno mirato.
Un altro punto a sfavore del secondo metodo rispetto al primo è, come abbiamo già evidenziato, il costo. In questo caso bisogna considerare che le piattaforme per l’invio delle email (ad esempio Mailchimp) hanno costi che crescono in proporzione al numero di contatti.
L’email marketing outbound comporta spese maggiori, perché si basa su mailing list molto corpose e di conseguenza ogni invio di posta costa molto.
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Le tre differenze tra email marketing inbound e l’email marketing outbound sono: