Come abbiamo visto in un precedente articolo, il fenomeno dei carrelli abbandonati è un problema attualissimo per i siti eCommerce, con percentuali che – stante la crescita degli acquisti online – va aumentando progressivamente.
È giusto quindi che le aziende si domandino perché questi casi avvengono oltre a formulare le soluzioni più efficaci per limitare il problema.
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Perché gli e-shopper abbandonano il carrello
Il primo motivo relativo ai casi di abbandono del carrello è costituito dalla valutazione dell’utente in merito ai costi supplementari che si aggiungono a quello del prodotto (o servizio) che intende acquistare.
Nello studio pubblicato dal Baymard Institute relativo al 2021, emerge che il 48% degli acquirenti ha abbandonato i propri acquisti online per via dei costi aggiuntivi in merito a spedizione, tasse o commissioni legati al prodotto.
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Un altro motivo che porta a interrompere l’acquisto online è da individuare nei casi in cui viene richiesto all’e-shopper di creare un account.
All’interno della stessa indagine, la percentuale di utenti che ha indicato questo tipo di motivazione legata all’abbandono del carrello ammonta al 24%, seguita dai tempi di consegna troppo lenti (22%).
Esistono anche cause legate alle performance del sito e-commerce. Secondo HubSpot, infatti, il 57% dei consumatori online decide di non acquistare un prodotto se un sito impiega più di 3 secondi per caricare la pagina relativa alla procedura di acquisto.
Sempre secondo l’opinione dell’azienda leader nell’Inbound Marketing, l'80% di questi utenti non tornerà più su quel sito.
Il primo aiuto per contrastare il fenomeno arriva dalla Marketing Automation. Secondo Barriliance le e-mail inviate ai clienti relative all’abbandono del carrello hanno raggiunto un tasso di apertura del 41,09% nel corso del 2021, contro un tasso di apertura media del 16,97% relativamente alle mail di marketing aziendale.
Cosa suggeriscono questi dati? Che le email attinenti all’abbandono del carrello funzionano meglio di altre perché i clienti reagiscono positivamente ai promemoria delle aziende in funzione degli ordini incompleti.
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Non è tutto, dal momento che 3 consumatori su 4 sono attirati dagli annunci basati sul retargeting.
Una percentuale significativa, pari al 26% dei potenziali clienti, grazie al retargeting, torna sul sito in cui stava per compiere l’acquisto.
I marchi che personalizzano i propri annunci attraverso il remarketing ottengono un ROI del 1.317%. Si registra anche un apprezzamento del pubblico sull’adv personalizzato (pari all’87% secondo Growth Badger) in quanto lo ritengono in linea con i loro comportamenti di acquisto.
Si tratta comunque di opzioni integrabili con una pluralità di piattaforme quali, per esempio: Google Ads, Facebook, Linkedin, MailChimp, Active Campaign e molte altre.
L’importanza della spedizione gratuita per limitare i casi di abbandono del carrello
Un ulteriore dato risulta particolarmente importante: quando è prevista la spedizione gratuita il 79% dei potenziali e-shopper ha maggiori probabilità di concludere gli acquisti online.
Come accennato in precedenza, il costo aggiuntivo per la spedizione è uno dei principali motivi per cui gli acquirenti abbandonano i carrelli.
Il consiglio è, quindi, quello di impostare un prezzo finale del prodotto che includa tutti i costi aggiuntivi.
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