Tutto il mondo del digitale attendeva news riguardanti l’Intelligenza Artificiale del re dei motori di ricerca. L’occasione per avere notizie direttamente dai protagonisti è stato l’ultimo Google I/O, l’appuntamento annuale dedicato agli sviluppatori, tenutosi il 10 maggio 2023.
Durante la conferenza sono emerse diverse novità riguardanti la “Google AI”: vediamo in che direzione sta andando Big G e cosa cambierà a breve.
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Sundar Pichai, CEO di Google e Alphabet, all’evento per gli sviluppatori ha evidenziato gli investimenti fatti dal colosso di Mountain View sull’Intelligenza Artificiale, queste le sue parole riprese sul blog ufficiale dell’azienda:
“Sette anni dopo che abbiamo cominciato ad operare come un’azienda AI-first, oggi siamo a un punto di svolta entusiasmante e abbiamo l’opportunità di rendere l’Intelligenza Artificiale ancora più utile per le persone, le aziende e le comunità, insomma per tutti.
Da tempo stiamo utilizzando l’IA per rendere i nostri prodotti radicalmente più utili e con l’IA generativa facciamo un ulteriore passo avanti. Grazie ad un approccio audace e responsabile allo stesso tempo, stiamo reinventando tutti i nostri prodotti principali, inclusa la Ricerca Google.”
Il grande impegno di Google nello sviluppo di software in grado di imitare il ragionamento umano e di interagire con le persone sembra avere un unico obiettivo: far vivere agli utenti esperienze appaganti.
Nulla di nuovo, perché è da sempre il principio che insegue Big G, ma l’AI porta la qualità dell’esperienza online a livelli mai visti prima e questo riguarda sia i professionisti del digital sia le persone comuni che usano ogni giorno gli strumenti di Google.
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Il cardine dell’AI di Google è PaLM 2 (Pathways Language Model), il modello di linguaggio naturale sviluppato a Mountain View che utilizza una combinazione di tecniche di apprendimento automatico per migliorare la comprensione e la generazione di testo in modo più preciso e naturale.
Già la prima versione di PaLM era stata pre-addestrata con una vasta gamma di dati linguistici, tra cui testi di libri, articoli, notizie e conversazioni umane, e ora la versione 2 è in grado di capire e dialogare in oltre 100 lingue. Ma le sue potenzialità non si esauriscono con la capacità di generare risposte testuali, è in grado anche di eseguire complesse operazioni matematiche e di scrivere codice in molteplici linguaggi di programmazione.
Sembra che Google voglia andare sempre più nello specifico, infatti ha già applicato questa tecnologia a due ambiti specifici:
Google dice che “PaLM 2 è il più recente sviluppo del nostro viaggio decennale per portare l'IA in modo responsabile a miliardi di persone”.
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Ovviamente, Google sta inserendo l’intelligenza artificiale anche nel suo prodotto fondamentale, il motore di ricerca.
Ecco perché oggi si comincia a leggere e sentire l’acronimo SGE, che condensa il concetto di Search Generative Experience, in cui è chiara la centralità dell’esperienza estremamente positiva che Google vuol far vivere all’utente attraverso l’Intelligenza Artificiale.
A breve potremo fare domande più complesse a Big G, anche attraverso l’approccio visivo di Lens, e ricevere risposte eccellenti, organizzate in maniera ottimale e con link per approfondire. Si possono già vedere SERP che cambiano a seconda dell’interazione dell’utente e in futuro il motore di ricerca sarà capace di dialogare con le persone per agevolarle sempre di più nella ricerca di ciò che cercano.