Il termine “globalizzazione” fa subito pensare a materie prime che arrivano da ogni angolo del mondo, a clienti che acquistano da aziende fuori dai confini nazionali e a mercati molto competitivi.
Bisogna, però, vedere la globalizzazione anche dal punto di vista dei dipendenti e delle aziende che hanno l’esigenza di diventare magneti per talenti capaci di spingere gli affari verso la crescita.
In questo contento l’Employer Branding Image diventa un elemento centrale per reagire agli effetti negativi della globalizzazione o, meglio, per sfruttarne i potenziali vantaggi.
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La fedeltà del brand è sempre più labile
Di Employer Branding si sente parlare dagli anni ’90, ma l’importanza di questa strategia di marketing è andata via via crescendo proprio perché la globalizzazione ha allargato enormemente il raggio d’azione di ogni impresa.
Se qualche decennio fa la fedeltà del dipendente nei confronti del brand era quasi una caratteristica scontata, oggi questo valore non è per nulla banale.
Il turnover nelle aziende è una condizione divenuta normale e riguarda ogni livello dei dipendenti: dall’operaio al top manager.
L’idea di rimanere in un posto di lavoro per tutta la vita è ormai sorpassata, perché i lavoratori hanno acquisito potere contrattuale, visto che le richieste possono venire da imprese di tutto il mondo e i professionisti possono scegliere le condizioni che ritengono migliori per i loro standard.
Il comportamento di un dipendente oggi è simile a quello di un consumatore davanti a molteplici prodotti che possono risolvere il suo bisogno: valuta con attenzione e sceglie quello con caratteristiche migliori.
L’Employer Branding Image in risposta al mercato del lavoro globalizzato
Una strategia per migliorare l’immagine del datore di lavoro agli occhi dei dipendenti e dei talenti che potrebbero essere assunti, ovvero l’Employer Branding Image, è ciò che serve per conquistare la fiducia e la fedeltà di professionisti qualificati.
Attraverso piani di comunicazione integrata un’impresa può ottimizzare la brand image, ottenendo benefici dovuti non solo al maggior coinvolgimento dei clienti, ma anche alla maggiore attrazione che genera nei confronti di persone con profilo perfetto per entrare nell’organico aziendale.
È fondamentale creare una forte identità organizzativa, facendo in modo che i valori e la vision aziendali vengano conosciuti, condivisi e promossi da tutti i dipendenti.
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Se chi lavora all’interno dell’azienda è entusiasta del proprio posto di lavoro e lo comunica all’esterno, genererà un passaparola positivo che arriverà certamente anche all’attenzione di chi è in cerca di occupazione.
I media digitali, primo tra tutti LinkedIn, sono il cuore di questa divulgazione in ottica Employer Branding, perché possono raggiungere facilmente persone in target con i piani di sviluppo dell’azienda.
Un mercato del lavoro globale è un’opportunità per l’Employer Branding
La globalizzazione può trasformarsi da rischio a vantaggio per l’azienda che conosce le dinamiche dell’Employer Branding.
Curando la reputazione dell’impresa e creando una strategia di comunicazione digitale per evidenziarla si può ambire a catturare l’attenzione di figure professionali di alto profilo provenienti da ogni parte del mondo.
I confini della ricerca del personale si sono ampliati notevolmente e il web permette di raggiungere obiettivi inimmaginabili fino a qualche decennio fa. Ecco perché una strategia di Employer Branding può essere strutturata per varcare i confini nazionali o per focalizzarsi su precisi Paesi.
In conclusione, è evidente che la globalizzazione sia una caratteristica del mondo del business odierno, di conseguenza è necessario vederla non come un limite ma come un’opportunità per far conoscere i valori aziendali ad un vasto pubblico di potenziali dipendenti.