Il marketing e la comunicazione, grazie all'avvento del digitale, sono in continua evoluzione.
In relazione al web si parlava di una prima mini-rivoluzione nel momento in cui venne introdotto il concetto di web 2.0.
All'epoca si riteneva che attraverso il web 2.0 il singolo utente avrebbero avuto - come di fatto è accaduto - un ruolo chiave nelle interazioni con le aziende e gli altri utenti, attraverso la possibilità di condividere informazioni e creare nuovi contenuti sulle pagine attraverso applicazioni specifiche e social network.
Naturalmente non ci si è fermati lì e ora si parla con costanza di web 3.0 con riferimento a nuovi concetti, quali le ricerche contestuali, basate su intelligenza artificiale, all'internet delle cose e all'evoluzione verso forme di web 3D, tanto che sembra ormai vicino l'ulteriore step per arrivare al web 4.0 o web ubiquo.
In cosa consiste questa ennesima rivoluzione digitale?
Ancora nessuno lo sa nel dettaglio, ma occorre sicuramente partire dal concetto di “u-marketing”, vale a dire web e marketing presenti ovunque, per rendere sempre più sottili i confini tra reale e virtuale.
Tornando all'ambito iniziale, occorre affrontare opportunità ed elementi focali del Marketing 3.0.
Questo pone come obiettivo, così come il marketing tradizionale, la soddisfazione del proprio pubblico.
Attenzione però: il pubblico non è il visto semplicemente come cliente/consumatore, bensì come essere umano inserito nel contesto in cui vive e lavora.
Nel Marketing 3.0 le aziende, di conseguenza, si differenziano in base ai valori di cui sono portatrici.
Il mercato è sempre più globale e in continua evoluzione, le aziende sono passate dalla fase di sviluppo e di vendita dei prodotti attraverso un buon Adv a diventare leader o sostenitori di movimenti sociali, scendendo al fianco delle persone e combattendo a difesa di valori.
Uno di questi - per molti il principale - è dato dalla sostenibilità.
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Non si può parlare di marketing senza menzionare il marketing mix teorizzato da Jerome McCarthy e sviluppato da uno dei più grandi interpreti della materia, quale Philip Kotler.
Per Kotler il complesso delle tecniche e degli strumenti necessari al raggiungimento di determinati obiettivi di marketing rimangono ancorati alle classiche leve, pur con gli opportuni aggiornamenti determinati dal mercato.
Pariamo quindi dalle 4 classiche P declinate in chiave green:
Se le 4 tradizionali P del marketing devono essere riviste per affrontare le nuove esigenze della sostenibilità, occorre prendere in esame 4 ulteriori P per affrontare le nuove sfide.
I consumatori sono sempre più attenti e sensibili alla sostenibilità e alle pratiche ad esse collegate, essendo disposti a sposare la filosofia delle aziende che applicano questi principi, pur con vari gradi di coinvolgimento.
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L'importante è adottare una comunicazione assolutamente trasparente, per evitare di scivolare in pratiche scorrette, denominate greenwashing, equivalenti a dichiarazioni “eclatanti” e non veritiere relativamente al proprio impegno nei confronti dell’ambiente, gettando, di fatto, semplice fumo negli occhi del proprio pubblico, con conseguenze deleterie per il mercato oltre che per l'ambiente.