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BERT, il nuovo algoritmo Google che incide sul posizionamento dei siti web

Scritto da Marco Targa | 3 novembre 2019

L’universo online sta entrando in una nuova era fatta di neuroni digitali e menti artificiali sempre più simili a quelle umane.

Non è fantascienza, ma sono le considerazioni a caldo fatte leggendo del nuovo algoritmo messo a punto dal principale motore di ricerca che la maggioranza delle persone utilizza nel mondo.

A cinque anni dal lancio di RankBrain, Google cambia significativamente il suo sistema di ricerca con BERT, acronimo di Bidirectional Encoder Representations from Transformers.

Come per i passati cambiamenti degli algoritmi, si aspettano le inevitabili variazioni nel posizionamento dei siti web, ma stavolta sembrano esserci davvero grosse novità che possono influire su buona parte delle aziende che sfruttano la rete per il loro business.

 

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Nuovo algoritmo Google: gli effetti

 

Gli effetti del nuovo algoritmo dovrebbero interessare il 10% delle query, quindi, si vedranno considerevoli mutamenti nella SERP nei prossimi mesi.

 

La caratteristica che rende Bert una vera svolta nel mondo digitale è la capacità di leggere gli schemi del linguaggio naturale. Questo condiziona significativamente le ricerche fatte attraverso testo scritto e, soprattutto, va incontro alle sempre maggiori ricerche vocali, ottimizzando la capacità di comprensione del motore di ricerca e l’efficienza nel rispondere adeguatamente.

 

Ciò che è stato già riscontrato analizzando le pagine di risposta di Google è il cambiamento delle featured snippet in inglese, più precisamente in quelle degli Stati Uniti dove l’algoritmo è già attivo, ma l’evoluzione si estenderà presto alle altre lingue, arrivando in tutte le parti del globo raggiunte da internet.

 

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Come funziona il nuovo algoritmo Google

 

Bert si basa su una tecnologia in grado di elaborare il linguaggio naturale (NLP: natural language processing). Già un anno fa sul blog di Google si parlava di rete neurale profondamente bidirezionale e oggi si cominciano a vedere gli effetti delle ricerche e dei test fatti per rendere questo algoritmo così “intelligente” da comprendere le sfumature del linguaggio.

 

Approssimando l’eccezionale funzionamento del cervello umano, le reti di neuroni digitali di BERT sono in grado di scambiarsi informazioni e collaborare per migliorare la comprensione di ciò che viene richiesto attraverso la voce o la scrittura.

 

Le parole non sono più trattate singolarmente dal motore di ricerca, ma acquisiscono significato a seconda del contesto in cui sono inserite.

 

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Posizionamento siti web: Alcuni esempi del cambiamento

 

Le ricerche fatte attraverso una breve catena di parole chiave sta andando sempre di più verso la scomparsa. Per anni la maggioranza delle persone hanno digitato su Google query tipo “hotel roma prezzo migliore” ottenendo risposte soddisfacenti, ma ora bisogna cominciare a pensare che un lessico più naturale aiuta il motore di ricerca ad aiutarci.

 

Gli esempi pubblicati il 25 ottobre 2019 da Pandu Nayak, il vice presidente di Google, sul blog dell’azienda fanno capire chiaramente quale sia il fulcro che farà cambiare il posizionamento in SERP.

 

Nel post che presenta BERT viene evidenziata l’importanza della parola “to” nella query “2019 brazil traveler to usa need a visa”, perché essa permette di comprendere il vero significato della frase attraverso la relazione che ha con le altre parole.

 

Nayak continua la spiegazione dicendo: “Parla di un brasiliano in viaggio negli Stati Uniti, e non viceversa. In precedenza, i nostri algoritmi non capivano l'importanza di questa connessione e abbiamo restituito risultati sui cittadini statunitensi che viaggiano in Brasile. Con BERT, Search è in grado di cogliere questa sfumatura e sapere che la parola molto comune "to" in realtà conta molto qui, e possiamo fornire un risultato molto più pertinente per questa query.”

 

Un altro esempio fatto per sottolineare la rivoluzione portata dal nuovo algoritmo Google è stato quello della query “do estheticians stand a lot at work” in cui prima l’associazione del termine "stand-alone" in riferimento a "stand" cambiava il significato generale. Ora BERT riesce a capire che la frase fa riferimento alla posizione in cui il soggetto lavora e, di conseguenza, restituisce una serie di risposte adattate a ciò che la persona intendeva con quella specifica query.

 

Anche le featured snippet hanno un prima e un dopo BERT, come abbiamo già accennato. Prendendo in esame la query  “Parking on a hill with no curb” in passato il termine “curb” era preso in grande considerazione dal motore di ricerca senza valutare appropriatamente il “no”. Ora questo non succede più (nelle ricerche fatte negli USA) e le risposte di Google sono certamente migliori.

 

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Possiamo scordarci RankBrain?

 

La risposta è no. La mente artificiale messa in campo da Google nel 2015 non è andata in pensione per colpa di BERT.

 

RankBrain già cinque anni fa analizzava le query e il contenuto delle pagine indicizzate dal motore di ricerca per capire meglio il significato delle parole. Nonostante il grande passo in avanti fatto oggi, è stato detto che BERT non sostituirà questo primo sistema di comprensione del linguaggio, ma i due lavoreranno sinergicamente.

L’uso dell’uno o dell’altro dipenderà, probabilmente, dalla complessità della richiesta fatta dall’utente.

 

In questo caso bisogna parlare di un ampliamento dell’arsenale di Google più che di una sostituzione di una vecchia arma con una più efficace.

 

 

Google è sempre misterioso sul posizionamento siti web e la SEO

 

Gli aggiornamenti degli algoritmi sono ormai eventi attesissimi dagli specialisti del digital marketing, ma Google non è mai molto generoso nell’elargire informazioni e tende sempre a dire che le ottimizzazioni dei siti non sono fattibili per migliorare il posizionamento in SERP.

Non è possibile ignorare l’arrivo di BERT, perché riguarderà 1 ricerca su 10 e, per forza di cose, influenzerà le strategie fatte e da farsi per migliorare gli affari sul web.

 

Se non si può dire che esista una SEO specifica per questo aggiornamento di Google, è lecito dedurre da quanto dichiarato direttamente dalla società e dagli sviluppatori che la tanto discussa scrittura di testi in ottica SEO deve essere fatta sempre di più in ottica utente, ma questo è un concetto che dovrebbe già essere ben chiaro nella mente di chi scrive per il web.

 

Il peso della semplice keyword è sempre minore, mentre a crescere d’importanza è il significato reale della query digitata o dettata dalla persona. Il search intent, l’intento di ricerca, deve essere soddisfatto attraverso contenuti precisi, originali ed esaustivi.

 

In attesa che BERT arrivi anche in Italia è consigliabile tenere monitorati i siti, le landing page, i blog che si gestiscono per capire fin da subito che genere di cambiamenti porterà l’algoritmo in ogni specifico caso.